Il tumore della prostata è causato da una proliferazione incontrollata delle cellule della ghiandola prostatica. È il secondo tumore per incidenza nell’uomo, che riconosce tra i vari fattori di rischio l’età avanzata, la familiarità e la presenza di alcune mutazioni genetiche (BRCA1-2). La proliferazione delle cellule tumorali avviene tipicamente a livello della zona periferica della prostata, per questo nelle fasi iniziali decorre in maniera asintomatica: a tal fine è fondamentale una diagnosi precoce, che si avvale di test di screening che rendono possibile intercettare la patologia nelle sue fasi precoci, prima che si manifesti la sintomatologia clinica. La tecnica di screening più diffusa in Italia è il dosaggio del PSA, consigliata per tutti gli uomini al di sopra dei 50 anni, o dei 45 anni in caso di storia familiare positiva per tumore alla prostata. Insieme al dosaggio del PSA, si rende fondamentale l’esecuzione di un’esplorazione rettale e un’ecografia trans-rettale o sovra-pubica per la valutazione delle dimensioni e della consistenza della prostata. Per la diagnosi definitiva sarà necessario il prelievo di alcuni campioni di tessuto attraverso una biopsia prostatica. Confermata la diagnosi, esami di secondo livello quali TAC, risonanza magnetica, scintigrafia ossea e PET permetteranno di stadiare la malattia. Sulla base dello stadio e del grado tumorali, dell’età del paziente e del suo stato di salute, l’urologo deciderà di approcciarsi in maniera mono o multi-modale tramite chirurgia open o robotica, terapia focale, radioterapia, ormonoterapia, o sorveglianza attiva.
PROSTATECTOMIA RADICALE ROBOTICA
Negli ultimi anni la terapia chirurgica del tumore prostatico è stata rivoluzionata dalla diffusione della chirurgia robot-assistita mini-invasiva. In anestesia generale, vengono praticati 4-5 fori a livello addominale, tramite i quali vengono inseriti gli strumenti chirurgici, collegati alle quattro braccia del robot manovrato a distanza dal chirurgo. I vantaggi scientificamente dimostrati di questa tecnica rispetto al classico approccio a cielo aperto sono: riduzione del dolore post-operatorio, visione tridimensionale della zona operata, maggiore precisione operatoria, minor tempo chirurgico, minori perdite ematiche, ripresa post-operatoria più veloce, migliore resa estetica.
TERAPIA FOCALE FOTODINAMICA – TOOKAD
L’aumento dei tumori prostatici a basso rischio ha portato allo sviluppo di tecniche che consentano un approccio focale alla malattia, così da evitare interventi chirurgici demolitivi. L’unica tecnica la cui efficacia sia stata scientificamente provata è la TOOKAD, terapia fotodinamica vascolare mirata. In anestesia generale vengono inserite per via perineale delle fibre ottiche nella prostata: viene iniettato in seguito un farmaco fotosensibile che verrà attivato a livello del tumore da una luce laser emanata dalle fibre ottiche, determinando la distruzione dell’area prostatica affetta da tumore. Rispetto alla chirurgia classica, ha il vantaggio di risparmiare le strutture nervose e vascolari riducendo la percentuale di effetti collaterali funzionali (insufficienza urinaria e disfunzione erettile) e la percentuale di progressione verso una forma di tumorale più aggressiva.