Tumore del rene

Il tumore del rene rappresenta il 5% di tutti i tumori, con prevalenza nell’uomo rispetto alla donna e un picco massimo di incidenza intorno i ai 60 anni. I fattori di rischio sono il fumo di sigaretta, l’ipertensione, l’esposizione ad alcune sostanze di uso industriale (cadmio, amianto, fenacetina ecc.) e la familiarità per tumore renale. Il 5% dei tumori è associato a sindromi ereditarie quali la Sindrome di Von Hippel Lindau o la sclerosi tuberosa. Il tipo istologico più frequente è il tumore renale a cellule chiare. Le manifestazioni cliniche sono comunemente dolore alla schiena, sangue nelle urine, presenza di una massa addominale palpabile. Può inoltre esordire con manifestazioni definite paraneoplastiche: ipertensione, ipoglicemia, perdita di peso, policitemia, anemia, febbre e ipercalcemia. 

La diagnosi si avvale di un accurato esame obiettivo, seguito da ecografia e TC. Il tumore renale appare come una cisti, e sulla base delle sue caratteristiche viene stimato il grado di malignità attraverso la classificazione di Bosniak. Grazie all’accuratezza delle metodiche di immagine, la biopsia non è sempre necessaria per la diagnosi definitiva. Le indagini di secondo livello quali risonanza magnetica e scintigrafia sono utilizzate per stadiare la malattia nel sospetto di diffusione del tumore. Sulla base della morfologia della cisti, degli score nefrometrici (PADUA score), dell’età e dello stato di salute del paziente, viene valutato il miglior approccio terapeutico: 

  • La tecnica chirurgica di prima scelta per le masse di piccole dimensioni è la nefrectomia parziale robot-assistita. Su pazienti con masse piccole ma condizioni di salute che non consentono un intervento chirurgico possono essere eseguite tecniche non invasive che necrotizzano il tumore  attraverso la crio-ablazione o radiofrequenza. 
  • La nefrectomia radicale è riservata ai tumori più aggressivi che invadono i tessuti circostanti
  • Per i tumori metastatici è raccomandata ove possibile la nefrectomia radicale, seguita da una terapia sistemica con farmaci di nuova generazione (Nivolumab, Axitinib, Everolimus) diretti verso particolari proteine espresse dal tumore (VEGF-R, PD-L1, mTor).

NEFRECTOMIA PARZIALE ROBOTICA
L’approccio robotico mini-invasivo ha rivoluzionato la chirurgia del tumore renale. In anestesia generale, vengono praticati 4-5 fori a livello addominale, tramite i quali vengono inseriti gli strumenti chirurgici, collegati alle quattro braccia del robot manovrato a distanza dal chirurgo. I vantaggi dimostrati della tecnica robotica rispetto al classico approccio a cielo aperto sono: riduzione del dolore post-operatorio, visione tridimensionale della zona operata, maggiore precisione operatoria, minor tempo chirurgico, minori perdite ematiche, ripresa post-operatoria più veloce, migliore resa estetica.